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Progetto ITACA
"la rete delle isole minori del Mediterraneo" |
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Premessa
Le isole minori rappresentano una preziosa risorsa dal
punto di vista culturale, paesaggistico, turistico ed economico
per l'Italia e per l'intero Mediterraneo. Ne è testimonianza
l'interesse nazionale ed internazionale di cui godono. Esse
rappresentano un elemento di fondamentale attrattiva del nostro
territorio e una grossa opportunità di sviluppo economico di aree
marginali legato a progetti di tutela e valorizzazione della
natura, che può avere ricadute positive sull'intero territorio
nazionale e sul Mediterraneo.
Con ITACA si intende realizzare la
rete delle aree protette terrestri e marine che interessano di
fatto tutte le isole minori italiane e molte di quelle degli altri
paesi mediterranei. L'obiettivo è quello di sviluppare politiche
improntate alla sostenibilità che affrontino il complesso delle
tematiche legate al mare, alle attività che in esso si svolgono,
al suo inquinamento, al suo uso e alla sua gestione.
Il progetto ITACA sulle isole minori,
è stata lanciato nel luglio del 1998 ad Ustica nel corso della
campagna nazionale di Legambiente "Vivere i Parchi: i servizi
territoriali per lo sviluppo sostenibile nelle aree
protette".
Il 29 luglio 1998 la Camera dei Deputati ha
approvato un Ordine del Giorno che impegna il Governo, sentita la
Conferenza unificata allargata agli Enti parco e agli organismi di
gestione di aree protette nazionali territorialmente interessate,
a predisporre entro il 31 dicembre 1998 le azioni e le misure
finalizzate alla realizzazione dei progetti Ape - Appennino Parco
d'Europa - e ITACA sulle isole minori, da attuarsi con
apposita deliberazione del Comitato interministeriale per la
programmazione economica. La legge 426 del 1998 "Nuovi
interventi in campo ambientale" ha previsto (comma 22, art.2),
per ognuno dei sistemi territoriali dei parchi (Alpi, Appennino,
isole e aree marine protette), la possibilità di effettuare
accordi di programma per lo sviluppo di azioni economiche
sostenibili, con particolare riferimento ad attività
agro-silvo-pastorali tradizionali, dell'agriturismo e del turismo
ambientale. Nella programmazione dei fondi strutturali 2000-2006
il progetto ITACA è diventato uno degli assi prioritari
per il coordinamento e la finalizzazione delle azioni che
perseguano la formazione della "Rete ecologica
nazionale", per la valorizzazione e lo sviluppo di tutti
gli ambiti caratterizzati dalla presenza di valori naturali e
culturali al fine di tutelare i livelli di biodiversità esistenti
e la qualità dell'ambiente nel suo complesso. Il progetto ITACA
è diventato insomma un progetto di sistema, una rete che si
configura come un vero e proprio "sistema infrastrutturale
ambientale" in grado di valorizzare i singoli nodi al suo
interno e di condizionare e integrare i sistemi infrastrutturali
tradizionali (le reti dei trasporti, dell'energia, delle
telecomunicazioni, ecc.). E' attualmente in fase di definizione
l'accordo di programma, previsto dalla legge 426 del 1998, fra
Ministero dell'Ambiente, regioni interessate, Ancim, Federazione
dei Parchi e Coordinamento delle aree protette marine.
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Le aree protette
marine interessate da ITACA
Le zone costiere e marine italiane per le quali è prevista
l'istituzione di aree protette marine sono 49. L'elenco delle aree
di reperimento, cioè di quelle zone che per il loro valore
naturalistico e per l'integrità del patrimonio biologico devono
essere sottoposte a tutela è contenuto in tre leggi distinte: la
979/82 sulle disposizioni per la tutela del mare che ne ha
previste 22, la 394/91, o legge quadro sulle aree naturali
protette, che ne ha indicate altre 26, e la 344/97 che ne ha
prevista una. Ad oggi risultano istituite 15 Riserve marine.
In questo quadro le riserve marine esistenti e quelle che dovranno
nascere possono costituire una cornice per l'indirizzo da dare
allo sviluppo di questi territori. Dalle isole, sempre più
frequentate conosciute e ambite in periodo estivo, ma sempre più
trascurate nel lungo inverno, stanno arrivando messaggi chiari e
pressoché univoci riguardo la sostenibilità dello sviluppo.
Questa consapevolezza vuole diventare messaggio politico e
culturale nazionale specie perché investe le pubbliche
amministrazioni e gli Enti locali insieme alle popolazioni
residenti. Tutto ciò impone una maggiore attenzione a tutte
le tematiche legate al mare e alle attività che in esso si
svolgono, al suo inquinamento e al suo uso e alla sua gestione,
che tante influenze hanno, ovviamente, sulla vita e sullo sviluppo
delle comunità isolane. |
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Gli strumenti di
ITACA
Il progetto ITACA si fonda su due strumenti quadro che possono
essere oggetto di un accordo di programma:
- la Convenzione per lo sviluppo sostenibile
delle isole minori del Mediterraneo.
E' la Carta dello sviluppo sostenibile delle isole minori
del Mediterraneo nella quale sono indicati gli obiettivi, le
finalità, gli impegni del progetto ITACA e nella quale
è disegnata una strategia di sviluppo che vede nel sistema
delle Riserve marine il suo momento di eccellenza e di
riferimento. E' lo strumento istituzionale al quale aderiscono
i diversi attori sia pubblici che privati.
- Programma di azione per lo sviluppo
sostenibile delle isole minori del Mediterraneo.
E' lo strumento quadro di coordinamento per la
realizzazione delle principali azioni di pianificazione, di
programmazione e di progettazione.
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Le linee progettuali
Nell'attuale congiuntura economica contrassegnata dal persistere
di un fortissimo tasso di disoccupazione che si concentra nel
Mezzogiorno d'Italia, le isole minori possono rappresentare il
punto più avanzato dove turismo, cultura e ambiente e una
agricoltura tipica e di qualità possono dare, insieme, risposte
concrete sul terreno della qualità dello sviluppo, della qualità
dei servizi, delle opportunità di nuovi lavori.
I servizi territoriali
La realizzazione di servizi e infrastrutture essenziali, nel più
rigoroso rispetto dell'ambiente naturale, nelle isole minori
diventa presupposto per lo sviluppo di un turismo sostenibile,
consapevole e destagionalizzato, un progetto con il quale si vuole
frenare lo spopolamento di questi territori, il loro degrado, la
loro banalizzazione turistica, la perdita di tradizioni
irripetibili e uniche.
Le isole minori hanno bisogno di servizi e infrastrutture per
potere elevare la sicurezza e la qualità della vita delle
popolazioni residenti, ma anche per poter competere a livello
internazionale con gli altri segmenti del mercato del turismo
ambientale attraverso la valorizzazione di quei beni di cui tali
territori sono ricchi: natura, storia, cultura, artigianato,
paesaggio, arte, lavori e produzioni tradizionali e di qualità.
Le isole minori hanno inoltre bisogno che la loro peculiarità
territoriale venga presa in considerazione dalla legislazione
nazionale e regionale, dall'amministrazione e dalle scelte
strategiche che riguardano lo sviluppo.
In periodo di profonda trasformazione dello Stato sociale, scuola,
sanità e giustizia non possono essere ridimensionate nelle
isole minori ove già esse sono presenti con strutture ai limiti
della sopravvivenza e della convivenza civile.
Altrettanto importante è il tema della portualità e dei
trasporti inteso come sicurezza degli approdi, vera e propria
precondizione per la raggiungibilità delle isole e quindi delle
riserve marine in qualsiasi periodo dell'anno, per la garanzia
della sicurezza nei collegamenti con la terraferma delle
popolazioni residenti e dei turisti. Questo tema non deve essere
utilizzato però a pretesto per nuove colate di cemento sulle
isole minori italiane. In questo senso valutiamo in maniera
decisamente negativa le richieste avanzate al proposito dall'Ancim
nel Dupim (Documento Unico Programmatico Isole Minori) dove viene
fatta richiesta di circa 5.000 miliardi da spendere per buona
parte in infrastrutturazioni pesanti e, segnatamente, in porti
turistici. Se la scelta della destagionalizzazione deve essere una
scelta da perseguire con efficacia, non si può pensare di puntare
su opere che irrigidiscono ancora di più il sistema contribuendo
a stagionalizzare ulteriormente i flussi turistici.Una nuova
politica del Ministero dei Trasporti sulle tariffe marittime che
incentivi l'arrivo nelle isole nei periodi di media e bassa
stagione contribuirebbe a favorire politiche di
destagionalizzazione. Per ciò che riguarda il tema della mobilità
a basso impatto ambientale connesso con il risparmio energetico,
la utilizzazione di fonti energetiche alternative e a basso
impatto ambientale e la utilizzazione di mezzi a basso tasso
inquinante, nelle isole minori va sperimentato - sia nel trasporto
pubblico che in quello privato - un sistema che utilizzi autobus e
automobili elettriche finalizzato anche a scoraggiare l'afflusso
di automobili tradizionali sulle isole.
Approvvigionamento idrico, smaltimento
delle acque reflue, gestione dei rifiuti possono
trasformarsi da problemi in opportunità attivando scelte
innovative a basso consumo energetico e ad alto contenuto
tecnologico. Da un lato i più moderni dissalatori, di cui molte
isole sono dotate, dall'altro la gestione e il riciclaggio in loco
della maggior parte dei rifiuti prodotti, ed ancora il recupero
delle acque reflue da destinare a scopo irriguo, oltre a
rappresentare opportunità di occupazione e di lavoro possono
essere il contributo che le isole minori mettono a disposizione
per un'idea di servizi che sia all'altezza delle nuove sfide della
tecnologia.
Va potenziata la rete pubblica informatica per favorire
l'accesso delle isole ai più moderni servizi informativi,
amministrativi, formativi, turistici, di assistenza sanitaria su
scala più vasta al fine di ridurre nel concreto l'isolamento e
per sviluppare le opportunità offerte dal telelavoro.
La realizzazione di servizi e infrastrutture essenziali ed
improntate alla sostenibilità nelle isole minori diventa
presupposto per lo sviluppo di un turismo sostenibile, consapevole
e destagionalizzato. Esso inoltre è il principale freno allo
spopolamento di questi territori, al loro degrado, alla perdita di
tradizioni irripetibili e uniche.
Agricoltura, pesca artigianale e
Biodiversità
Nello stretto legame tra la tutela del paesaggio, della
conservazione della natura e della biodiversità si colloca il
progetto di sviluppo rurale. Nelle isole minori del Mediterraneo
il sistema della qualità ambientale è in stretto rapporto
con la qualità dell'agricoltura e con l'attività di
pesca artigianale. La conservazione dell'attività agricola e
quindi la definizione di obiettivi di sviluppo rurale, in accordo
con la nuova politica di sviluppo rurale dell'Unione Europea,
insieme ad apposite misure di sostegno alle attività di pesca
artigianale che consentano la riconversione dalle attività di
pesca a maggior impatto ambientale, devono diventare un progetto
strategico per la produzione di beni di qualità e della loro
trasformazione (filiera - sistema di consorzi per la produzione,
trasformazione e commercializzazione di una serie di prodotti
fortemente connotati in rapporto alle aree geografiche di
provenienza e alle tecniche di lavorazione - marchi di qualità e
di tipicità - "valore aggiunto immateriale"), in
grado di assicurare un futuro al patrimonio di tipicità ancora
presente. |
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Le isole minori di
"ITACA la rete delle isole minori del Mediterraneo"
Elenco delle isole minori comprese nel progetto "ITACA la
rete delle isole minori del Mediterraneo", con
l'individuazione delle aree protette terrestri confinanti. In
grasseto sono individuate le aree protette, terrestri e marine, già
istituite.
Isola
Regione
Provincia
Comune
Riserva Marina
Ente Gestore
Area protetta terrestre confinante
- Isole dell'Arcipelago Toscano (Elba,
Capraia, Pianosa, Gorgona, Giannutri, Montecristo e Giglio)
Toscana
Livorno e Grosseto
Capraia, Campo nell'Elba, Capoliveri, Isola del Giglio,
Marciana Marina, Marciana, Portoferraio, Pianosa, Rio Marina,
Rio nell'Elba
Arcipelago Toscano (Area di reperimento)
Parco nazionale dell'Arcipelago Toscano
- Isole di Ponza e Palmarola
Lazio
Latina
Ponza
area di reperimento
Riserva naturale statale isole di Ponza e Palmarola. O. Min
7/8/98
- Isole Ventotene S. Stefano
Lazio
Latina
Ventotene
Istituita
Comune di Ventotene
Riserva naturale statale isole di Ventotene e di S. Stefano.
- Isola di Ustica
Sicilia
Palermo
Ustica
Istituita
Comune di Ustica
Riserva naturale regionale
- Arcipelago delle Isole Eolie (Lipari,
Salina, Vulcano, Alicudi, Filicudi, Panarea e Stromboli)
Sicilia
Messina
Lipari, Leni, Malfa, S. Marina, Salina
Isole Eolie (prossima istituzione)
Riserve regionali di Stromboli, Alicudi, Panarea, Filicudi,
Montagne dei Porri e delle Felci di Salina. Riserve regionali
di Lipari e dell'isola di Vulcano
- Isole Egadi (Marettimo, Levanzo,
Favignana, Formica, Maraone)
Sicilia
Trapani
Favignana
Istituita
Capitaneria di Porto di Trapani
Riserve regionali di Levanzo, Favignana e Marettimo.
- Isole Tremiti (Caprara, Pianosa,
S.Nicola, S.Domino e Cretaccio)
Puglia
Foggia
Isole Tremiti
Istituita
Ente Parco nazionale del Gargano
Parco nazionale del Gargano
- Isole Pelagie (Lampedusa, Lampione,
Linosa,)
Sicilia
Agrigento
Lampedusa
prossima istituzione
Riserva regionale di Lampedusa. Riserva regionale di Linosa e
Lampione
- Isola di Capri
Campania
Napoli
Capri, Anacapri
area di reperimento
Riserva naturale statale dell'isola di Capri
- Isola di Pantelleria (Isola di
Pantelleria)
Sicilia
Trapani
Pantelleria
area di reperimento
Riserva regionale dell'isola di Pantelleria.
- Arcipelago della Maddalena (La
Maddalena, Budelli Caprera, Spargi, S.Maria, S.Stefano, e
Razzoli)
Sardegna
Sassari
La Maddalena
area di reperimento
Parco nazionale dell'Arcipelago de La Maddalena
- Isole di Ischia, Vivara, Procida,
"Regno di Nettuno" (Ischia, Vivara e Procida)
Campania
Napoli
Casamicciola Terme, Lacco Ameno, Barano, Ischia Porto, Serrara
Fontana, Forio
area di reperimento
Riserve naturali statali dell' isola di Ischia, e dell'isola
di Vivara
- Isola dell'Asinara
Sardegna
Sassari
Porto Torres, Stintino
area di reperimento
Parco nazionale dell'Asinara
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Fonte : Legambiente |